Abbiamo raccolto i pareri e le testimonianze dei nostri tutor e docenti
La chiusura della scuola non ha fermato i docenti di Pianeta Idea che, ogni giorno, dal lunedì al venerdì eseguono a distanza le lezioni per il liceo al mattino e per medie e superiori il pomeriggio.
Pianeta Idea, da sempre a favore della didattica innovativa e a distanza, mette a tacere ogni forma di polemica e contrarietà a questo tipo di apprendimento. I genitori dei ragazzi sono entusiasti del lavoro svolto da tutor e docenti e l’avvicinarsi alla fine dell’anno scolastico non è sintomo di ansia e preoccupazione né per docenti né per genitori né per studenti.
Abbiamo dunque raccolto il parere degli insegnanti di Pianeta Idea.
Ilenia Menale, docente di Economia racconta: “E’ una bella esperienza. Certo, ti manca il contatto fisico, guardare negli occhi, abbracciare i ragazzi quando il compito è andato a buon fine e ti va di esultare con loro ma in un momento di emergenza come questo in cui siamo tutti chiusi nelle no-stre case, vedere i ragazzi ogni giorno anche se solo attraverso lo schermo ci fa sentire meno soli e ci permette di andare avanti senza ostacoli con il programma e quindi con la scuola.”
Denise Diari, docente di scienze e matematica sostiene: “La didattica a distanza è una bellissima op-portunità che ci ha permesso, nostro malgrado, di proseguire con i nostri ragazzi non solo l’aspetto didatti-co ma anche quello formativo ed educativo. Grazie a piattaforme dedicate è possibile dare una continuità all’apprendimento e “salvare” il percorso fatto fino ad ora. Penso che il ruolo fondamentale di tutti noi docenti, specialmente in questo difficilissimo periodo che stiamo vivendo, sia quello di trasmettere fiducia, coraggio, senso di responsabilità e solidarietà e in questo la didattica a distanza può darci un supporto! Ovviamente nessun sistema può sostituire il rapporto umano e diretto con gli studen-ti ma questo è l’unico valido strumento che abbiamo a disposizione e noto con molto piacere che molti studenti lo apprezzano molto più delle lezioni tradizionali!”
Matteo La Longa, docente di Scienze Umane dichiara: “Credo che ci troviamo davanti ad una si-tuazione che può veramente creare un punto di svolta per la didattica futura. Siamo sì in stato di emergenza – e sicuramente la distanza e la lontananza creano disagio a noi docenti e agli alunni – ma questa impotenza può portare ad un aumento notevole della motivazione per tutti e soprattut-to della valorizzazione dell’apprendimento, cosa purtroppo data sempre troppo per scontata nei periodi di “normalità”. Sono grato di avere la possibilità anche in un momento come questo di grande crisi, di poter essere utile e di sostegno ai miei alunni i quali, anche se non lo sanno, di ri-mando aiutano me perché mi fanno sentire utile e importante per mantenere in loro una quoti-dianità che oggi più che mai è stata stravolta. Con la speranza nel cuore, continueremo con la di-dattica a distanza convinti che prima o poi li riabbracceremo non soltanto virtualmente.”
Archimede Francioni, docente di matematica afferma: “Questa esperienza di didattica a distanza mi sta piacendo molto perché l’esigenza di questo momento mi sta facendo tirar fuori delle risorse che la routine quotidiana dell’insegnamento aveva completamente azzerato. Anche se il contatto umano e quotidiano con i ragazzi è fondamentale, è anche vero che la didattica a distanza concentra di più i ragazzi che non vengono coinvolti da distrazioni ambientali e obbliga docenti ed educatori a preparare anticipatamente il lavoro in modo tale da ottimizzare il lavoro al momento della video-lezione.”
Rosa Zibellini, docente di Lettere spiega: “Fare didattica a distanza non è affatto semplice ma è possibi-le. Nessuna aula virtuale potrà mai sostituire la classe ma ci permette di garantire ai ragazzi il loro “diritto allo studio” e di non farli sentire “abbandonati”. Già abituati all’uso di strumenti tecnologici, ci siamo attiva-ti immediatamente nella ricerca di piattaforme per comunicare con i ragazzi, per caricare materiale, per restituire i feedback di compiti svolti. Il secondo passo è stato quello di ricalibrare il materiale di studio per renderlo interattivo, accattivante e divertente. Al momento ci stiamo muovendo tra videolezioni registra-te e videolezioni live, stiamo somministrando quiz e verifiche interattive e, per rendere il tutto più sfidan-te, con un tempo massimo. Ma, soprattutto, stiamo mantenendo un contatto con i nostri studenti. Quegli stessi studenti che non avevano voglia di venire a scuola, adesso ammettono di sentirne la mancanza e ringraziano alla fine della lezione; ricordandoci che il nostro ruolo va ben oltre il semplice passaggio di no-zioni o date. Ho lanciato ai ragazzi una Decameronchallenge, li ho invitati a scrivere novelle seguendo gli argomenti del Decameron di Boccaccio, per invogliarli a scrivere e, magari, a sfogarsi attraverso la scrittura. Ho consigliato loro dei libri, e ho chiesto feedback e suggerimenti sul lavoro svolto. La didattica a distan-za non la fanno solo gli insegnanti ma è un lavoro di squadra e senza l’impegno di tutti non funzio-nerebbe. Sta tirando fuori risorse che nessuno credeva di avere e sta, a dispetto della distanza fisi-ca, rinsaldando il legame tra noi insegnanti e gli alunni. Ogni giorno riaggiustiamo il tiro, ma lo facciamo insieme.”
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