Di Laura Raponi, laureanda in psicologia e tirocinante Pianeta Idea
Gli studenti con ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività) sono molto difficili da gestire a scuola. La nota ministeriale N°4089 del 15 giugno 2010 descrive la condizione di questi studenti, le strategie didattiche e le metodologie più opportune da applicare. È importante ricordare che l’ADHD dà diritto alla certificazione ai sensi della legge N°104, e quindi all’attribuzione dell’insegnante di sostegno, solo quando il quadro sintomatologico è molto complesso. Nella maggior parte dei casi questo non accade, quindi la gestione di questi studenti è interamente a carico degli insegnanti curriculari.
Il disturbo si manifesta in tutti i contesti di socializzazione, non è limitato all’ambito scolastico. È importante che le strategie utilizzate con questi soggetti siano coerenti in tutti gli ambiti, e questo è possibile attraverso la collaborazione tra scuola e famiglia. Molti studi hanno dimostrato che il diverso atteggiamento degli insegnanti ha delle conseguenze sulla modificazione del comportamento dell’allievo. Anche l’ambiente è importante, in quanto determina la gravità dei sintomi e la loro durata. Un problema che si incontra spesso in ambito scolastico è il fatto che quasi mai gli insegnanti ricevono una formazione specifica sulla gestione degli studenti ADHD. Questi soggetti, a causa del loro disturbo, hanno difficoltà nel rimanere concentrati; in questo caso l’insegnante dovrebbe richiamare spesso la loro attenzione sul compito da svolgere, dividere il compito in obiettivi più semplici da raggiungere, lavorare vicino a loro o far svolgere il compito in piccoli gruppi.
Un’altra caratteristica del disturbo è che questi alunni hanno la necessità di muoversi spesso, è importante quindi concordare i momenti in cui ci si può alzare dal banco. Gli spostamenti devono avere una motivazione, per esempio, si può dare il compito di raccogliere i compiti dei compagni di classe o di consegnare le fotocopie, così il bambino capisce che non può muoversi durante la lezione senza il permesso dell’insegnante. Abbiamo anche visto che l’ambiente ha delle conseguenze sul comportamento del bambino ADHD. L’insegnante deve ridurre al minimo il rumore in classe e scegliere per l’alunno in questione un banco lontano da fonti di distrazione (ad esempio non vicino alla finestra). Eventuali comportamenti inappropriati sono dovuti al loro disturbo e non ad uno scarso impegno. Non si devono dare punizioni perché sarebbero inutili. Bisogna invece, premiare i comportamenti positivi per far sì che questi bambini siano invogliati a ripeterli. Per concludere, ricordiamo che è fondamentale utilizzare le giuste strategie e predisporre un ambiente adeguato alle caratteristiche e alle esigenze dello studente.